C.R. Somerville: discorso di ringraziamento – Roma, 24.11.2006

USA - USA/Canada

Elliot Meyerowitz e Christopher Somerville

Premio Balzan 2006 per la genetica molecolare delle piante

Per i risultati ottenuti nel promuovere Arabidopsis come organismo modello per la genetica molecolare delle piante. L’uso di Arabidopsis ha avuto implicazioni di amplissima portata, sia nella ricerca di base che nelle potenziali applicazioni, per la scienza dei vegetali.

Signor Presidente,
Signori membri della Fondazione Balzan,
Signori membri del Comitato Generale Premi,
Signore e Signori,


desidero ringraziare la Fondazione Internazionale  Balzan per questo onore. Sono particolarmente lieto di condividere il premio con l’amico e collega Elliot Meyerowitz, con cui ho piacevolmente collaborato per molti anni. Siamo riconoscenti per il prestigio che il premio porta al nostro campo di studi, la genetica molecolare delle piante. È per me motivo di soddisfazione, inoltre, riconoscere alla Carnegie Institution e alla Michigan State University il sostegno che mi hanno dato, in diverse riprese, durante gli ultimi venticinque anni. 

L’applicazione pratica delle conoscenze relative alla genetica dei vegetali nel secolo scorso è stato il singolo fattore più importante per la conservazione dell’ambiente e per evitare la sofferenza umana dovuta alla fame e alla povertà. È stato lo spettro della carenza di cibo generalizzata, dovuta all’espansione della popolazione, e la riduzione drastica di quella minaccia grazie alla rivoluzione verde che ha spinto me e la mia compagna, Shauna Somerville, a dedicare le nostre vite professionali alla ricerca sui vegetali. Abbiamo creduto, allora, come crediamo oggi, che la conoscenza di base rende possibili le soluzioni più efficaci ai problemi pratici. Quando eravamo studenti, alla metà degli anni Settanta, la clonazione dei geni era appena divenuta possibile. Ci siamo resi conto che la capacità di manipolare direttamente i geni sarebbe stata utilizzata, alla fine, per ottenere un miglioramento effettivo delle piante. Abbiamo previsto che, per utilizzare in modo sapiente ed efficace i nuovi strumenti, sarebbe stato necessario sviluppare un vasto raggio di conoscenza sulla base genetica di tutte le funzioni di crescita e sviluppo del vegetale. Per facilitare un rapido progresso, abbiamo focalizzato il nostro lavoro su una piccola pianta con buone proprietà sperimentali, l’Arabidopsis thaliana. Siamo stati fortunati ad aver esercitato richiamo su un gruppo di talenti, allievi, postdottorato e studiosi ospiti, per lavorare ad una gamma di problemi fondamentali nella biologia delle piante. Nell’accettare questo premio desidero ringraziare i miei molti collaboratori dei venticinque anni trascorsi, che si sono fatti carico della maggior parte del lavoro e che, con il loro entusiasmo, curiosità e spirito cooperativo, hanno contribuito a rendere piacevole una vita dedicata alla scienza.

Nello stesso momento in cui Shauna ed io ci siamo interessati allo sviluppo di un organismo modello per la genetica dei vegetali, Elliot Meyerowitz ha maturato, indipendentemente, una visione simile. In contrapposizione con il mio interesse verso i processi biochimici, Elliot era soprattutto orientato ai processi dello sviluppo. Altri sostenitori della prima ora si interessavano di altri aspetti biologici quali la patologia, la tolleranza allo stress e alla struttura del genoma. Pertanto, l’Arabidopsis è stata vista come un modello per la maggior parte degli ambiti di ricerca sulle piante. Grazie al nostro interesse collettivo nello sviluppare una comunità scientifica, Elliot ed io abbiamo collaborato a una serie di iniziative pensate per stimolare i colleghi ad adottare l’Arabidopsis. Questo intento arrivò a buon fine e, alla fine degli anni Ottanta, fummo abbastanza incoraggiati da proporre di ordinare la sequenza completa del genoma dell’Arabidopsis, e in collaborazione con un gruppo di colleghi provenienti da tutto il mondo. Il progetto ebbe un notevole successo e, nel 2000, la prima sequenza intera di DNA di una pianta fu completata. A quel punto, circa tredicimila scienziati avevano adottato l’Arabidopsis; oggi un database di informazioni sull’Arabidopsis prodotto nel mio istituto riceve più di trentacinque milioni di contatti l’anno. Allorché l’utilizzo dell’Arabidopsis si è allargato, molti colleghi hanno contribuito con idee, metodi e conoscenze per sviluppare il campo di ricerca. Quindi, anche se Elliot ed io abbiamo dato il primo giro alla ruota, molte persone hanno dato contributi importanti al successo dell’impresa. Siamo onorati di rappresentare qui quella comunità scientifica di colleghi che si sono trasformati in un modello di collegialità e di  cooperazione nell’attività scientifica.

L’umanità sta affrontando molte sfide. Oggi, oltre alla preoccupazione per l’impatto sull’ambiente di una popolazione umana in continua espansione, stiamo affrontando le conseguenze potenzialmente devastanti del cambiamento climatico causato dall’uso dei combustibili fossili. Come unica fonte di materiali rinnovabili, le piante continueranno ad essere di importanza centrale nella soluzione di questi e di altri problemi. Grazie al potere della moderna genetica molecolare dei vegetali di scoprire e modificare la base meccanica di tutte le funzioni vitali della pianta, abbiamo la capacità di generare una seconda rivoluzione verde. Spero che questa conoscenza sarà utilizzata per contribuire ad attenuare l’impatto della continua crescita della popolazione sull’umanità e sull’ambiente.

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